Questo decalogo è
nato da un’esigenza mia di mamma e insegnante. E’ una riflessione su quanto la
tecnologia sta prendendo campo nelle nostre vite, rendendole sicuramente più
interconnesse con tutto un mondo di informazioni e possibilità che prima erano
più lontane, ma allo stesso tempo mettendo a rischio quella parte più
“analogica” di noi, quella che ha bisogno di toccare con mano i materiali, di
sentire gli odori e di gustare i sapori, di guardare gli altri in faccia direttamente, dal vivo.
Quanto le tecnologie
aiutano i nostri figli e studenti nel loro processo di conoscenza ed
esplorazione del mondo? Quanto invece sono un ostacolo allo sviluppo dI tutte
le loro potenzialità? Con un tablet si
possono realizzare prodotti estremamente creativi ed originali in poche mosse,
ma quello che sfugge spesso è che ci vuole un’IDEA da cui partire; e le idee si
trovano vivendo e facendo esperienza anche senza la mediazione della tecnologia. L’idea è quindi quella di
un’INTEGRAZIONE tra vecchie e nuove prassi. Montare video e comporre musica con
l’iPad va bene, ma non dimentichiamo quante cose si possono imparare giocando
in un bosco. E noi adulti in questo scenario abbiamo la responsabilità più
grande: dare per primi l’esempio per un uso corretto delle device digitali, ma anche informare ed educare i giovani ad un buon
uso di questi potenti strumenti.
Non lasceremmo mai
nostro figlio di 10 anni alla guida di un’automobile! Come non lasceremmo mai
che un bambino di 6 anni giri per la città da solo…Lasciare in mano uno
smartphone o un tablet collegato ad internet senza protezioni né controllo a
bambini piccoli è la stessa cosa. I nativi digitali si chiamano così perché fin
da piccoli hanno familiarità con le nuove tecnologie, ma questo non significa
che siano in grado di utilizzarle bene senza una guida! I bambini, come sostiene
Camillo Bortolato, sono per loro natura analogici, ma io credo che se il mondo
in cui si trovano a vivere diventa ogni giorno sempre più digitalizzato,
dovranno sviluppare delle competenze digitali, una saggezza digitale, per
citare Marc Prensky. E diventeranno un po’ più digitali, e se l’intercultura è
ancora un valore, la loro modalità di guardare, comprendere e interpretare il
mondo sarà ancora più complessa e multisfaccettata.
Questo decalogo è
stat0 disegnato e animato con un tablet, uno strumento meraviglioso che offre
mille possibilità educative e creative. Ma pur sempre un oggetto con le sue
“controindicazioni”…riflettere sulle due facce della medaglia, può aiutarci a
trovare la giusta misura per un buon uso, senza abuso delle tecnologie,
soprattutto senza farsi usare.
BIBLIOGRAFIA:
M. Facci,
S. Valorzi,
M. Berti,
Generazione Cloud. Essere genitori ai tempi di Smartphone e Tablet.
Erickson, Trento, 2013
G.
Zavalloni, La pedagogia della lumaca,
EMI Bologna, 2012 (ristampa)
M.
Prensky, la mente aumentata, Erickson, Trento 2013
C.
Bortolato, ideatore del metodo Analogico, per saperne di più su libri e
materiali da lui ideati e realizzati visitate il sito: http://www.camillobortolato.it/.
Maria
Maura, 32 anni, vive e lavora a Milano. Insegna in una scuola primaria, è
laureata in Filosofia e in Scienze della Formazione, ama utilizzare gli
strumenti digitali e i video nel suo lavoro didattico ed educativo, senza mai
rinunciare al rumore delle forbici e della carta, al profumo delle tempere e
dei pastelli a cera. Collabora da anni come formatrice con Cem Mondialità (Centro di Educazione Interculturale) di Brescia,
con EducareWeb, di Genova e con il Centro Studi Erickson di Trento. Ha due
figli di 6 e 4 anni
discorso scritto in occasione del convegno "METODO MONTESSORI E NATIVI DIGITALI"Roma, 14 Febbraio 2014 convegno_info